Ancora all’inizio degli anni Trenta, per quanto affermatesi, le tipografie tifernati versavano in condizioni di pesante arretratezza tecnologica. La simboleggiava il persistere della pratica generalizzata della composizione a mano, quando già dall’inizio del secolo si stavano diffondendo in Italia gli strumenti per comporre meccanicamente: la monotype e la linotype. “La Bozza” illustrò la questione lucidamente, rivelando la coscienza che si aveva di una latente fragilità: “Ci siamo sempre chiesti […] se la presente organizzazione della industria tipografica potrà sopravvivere al vigoroso avanzare di una tecnica sempre più perfezionata e alle sempre più felici applicazioni della meccanica nel campo dell’arte della stampa…
Il testo continua nel documento allegato.
Le fotografie nel sito, se non dell’autore, provengono per lo più dalla Fototeca Tifernate On Line.
Si chiede a quanti attingeranno informazioni e documentazione di citare correttamente la fonte.