Le turbolenti vicende interne al Fascio di Città di Castello continuarono a pesare sulla vita politica. Ne fece le spese anche l’amministrazione comunale di Eugenio Tommasini Mattiucci, che non riuscì a portare a termine il mandato: tra consiglieri defunti, emigrati, dimessisi per varie forme di incompatibilità o emarginati in seguito alla campagna antimassonica e alle lotte intestine al Fascio, venne a mancare la compattezza di maggioranza necessaria a garantire un governo alla città. Ma, per quanto il commissariamento del comune rappresentasse un insuccesso, non esisteva più un’opposizione organizzata in grado di trarne giovamento: e le “leggi fascistissime” che con rapida cadenza il nascente regime stava promulgando avrebbero impedito ogni un suo possibile risveglio.
Sussulti di vario genere agitavano ancora il Fascio. Nel febbraio del 1926 le dimissioni da segretario di Eugenio Catrani e da capozona di Vincenzo Paolieri, per insanabili divergenze d’ordine politico, e l’assunzione dei due incarichi da parte di Furio Palazzeschi (“la più elevata e rispettata personalità”) furono salutate come manifestazione della “perfetta coesione ed organizzazione del fascismo tifernate”. A ottobre, invece, una corrispondenza del quotidiano “La Tribuna” ammetteva il persistere di “manovre dei soliti avversari in combutta ibrida con espulsi dal partito, che tentano di gettare il saldo Fascismo tifernate in mezzo a deprecabili lotte intestine”. Tre mesi dopo, infatti, il Fascio veniva di nuovo sciolto e commissariato, per procedere a un’ulteriore “pacificazione” e “revisione rigorosa degli iscritti”. Il console della MVSN Adolfo Mazzoni si decise a eliminare la “minoranza di eterni indisciplinati” che facevano causa comune con i sostenitori di Gino Patrizi, i quali ne richiedevano la riammissione nel partito, e con altri a suo tempo espulsi. La definitiva rottura inevitabilmente seminò ulteriori discordie.
Le lotte intestine non intralciavano il processo di consolidamento del fascismo nella società tifernate. …
Le fotografie nel sito, se non dell’autore, provengono per lo più dalla Fototeca Tifernate On Line.
Si chiede a quanti attingeranno informazioni e documentazione di citare correttamente la fonte.