A lattonieri e stagnini di un certo rango venne affidato l’impianto sugli edifici delle “docce e canali per la conduttura delle acque piovane”. Nel 1867 il Comune deliberò di appaltarne la costruzione sui principali fabbricati di sua proprietà. A fine anno avvenne l’incanto, “col metodo delle licitazioni orali all’estinzione di candela vergine”. Il giorno e l’ora prefissati, dopo “replicati squilli di tromba”, tre concorrenti presero a contendersi l’ambito appalto: “Accesa la prima candela Pistolesi Antonio offre L. 1.121, Pennacchi Francesco offre L. 1.116, Pistolesi offre L. 1.115. Accesa la seconda candela Billi Marcello offre L. 1.104 […]”. Si procedette così, con 30 ribassi consecutivi, fino alla dodicesima candela; quindi, “spentasi [questa] naturalmente senza che sia stata da alcuno migliorata l’ultima offerta”, l’incanto fu aggiudicato definitivamente a Pistolesi…