Giuseppe Nicasi lasciò disposizioni testamentarie per il suo funerale che sono emblematiche della sua fede massonica e della sua adesione al Libero Pensiero:
“Per ciò che riguarda il mio funerale, siccome io credo in Dio, energia dell’universo e nell’anima umana individualizzazione di quell’energia, e mi ritengo quindi estraneo a qualsiasi religione rivelata e respingo i ministri di qualsivoglia culto, così voglio che quando sarò morto il mio cadavere, fregiato dei distintivi del Sodalizio Massonico, a cui ho l’onore di appartenere, venga trasportato e tumulato nel Cimitero di Morra (Città di Castello) senza pompa, senza l’intervento di alcun sacerdote e senza riti religiosi di sorta. […] Qualora disgraziatamente avvenisse che alla mia morte o per imbecillità di mente, o per violazione della mia volontà perpetrata da coloro che per avventura potessero in quel momento essermi vicini, io chiamassi o si facesse credere, che io avessi chiamato il prete, o avessi in qualche modo prese parte volontariamente o forzatamente o inconsciamente a cerimonie religiose, ordino e voglio che non se ne tenga alcun conto, e che il trasporto del mio cadavere e la mia tumulazione avvenga sempre in forma strettamente civile senza intervento di qualsiasi sacerdote e senza cerimonia di qualsiasi culto. Ordino pure che tutti i miei sottoposti sieno lasciati in piena libertà di prendere parte o no all’accompagno e tumulazione in forma civile del mio cadavere, e ciò per rispetto a quella libertà di pensiero che io riconosco inviolabile negli altri, come impongo e voglio che gli altri riconoscano in me”.
Nicasi avrebbe preferito essere cremato dopo la morte, ma ciò non era ancora possibile a Città di Castello.