Il mancato invito all’inaugurazione della Pinacoteca Comunale fu certo uno sgarbo al vescovo. Abituato a rispondere colpo su colpo, mons. Liviero lanciò una controffensiva attraverso le pagine di “Voce di Popolo”, denunciando l’immoralità di alcuni affreschi di palazzo Vitelli alla Cannoniera. Si legge nel numero del 5 luglio del settimanale cattolico: “Perché si è voluto conservare lo sconcio di quelle ributtanti danze di donna che adornano l’ingresso della nuova pinacoteca?” E ancora: “Non è un contro senso il serbare quelle indecenti figure alla soglia di un luogo ove sono accolti tesori di genere religioso e d’arte cristiana?” Il periodico non si fermò lì; criticò severamente anche l’esposizione delle fotografie delle “nudità invereconde” di quegli affreschi in un negozio del corso, con “i monellacci del popolino che vi si fermavano innanzi estasiati a pascere gli istinti brutali”.
Prese la briga di rispondere al vescovo il giornale dei socialisti, “La Rivendicazione”. Il tono della risposta rivela a quali livelli fosse sceso – per colpa di tutti – il livello della polemica pubblica: “Povero Monsignore, bisogna compiangerlo, il caldo e la birra possono avergli talmente alterate le facoltà mentali da renderlo quasi semi-irresponsabile delle baggianate con le quali imbratta le colonne del papista periodico locale. Il tal caso lo raccomandiamo al prof. Cesare Agostini, direttore del Manicomio di Perugia”.