Il palazzo comunale di Città di Castello.

Nicolucci e le commesse comunali

Il falegname che in quell’epoca beneficiò della gran mole delle commesse municipali fu Giovanni Nicolucci. A partire dal 1850, subentrò di fatto in tale incarico a Francesco Montani, destinato invece a dedicarsi ancora a lun­go agli enti religiosi. Nicolucci fu uno dei rari artigiani impegnati nella pubblica amministrazione: nel 1852 sedeva in consiglio comunale e ricopriva la carica di “deputato al restauro e completamento della numerazione civica”. Proprio in quell’anno lavorò all’allestimento dell’ufficio di ricevitoria daziaria a porta San Giacomo, al restauro degli infissi delle caser­me austriaca e pontificia e all’adattamento dello stabile degli Offici Vecchi a ginnasio; inoltre costruì 45 “burelle ovule” e 20 “carret­te” nuove, ordinate dal Comune “onde servirsene ne’ lavori attivabili a sollievo di poveri, e braccianti”, e allestì “l’orchestra ed altri di­stinti stalli occorrenti alla accademica riunione de’ Floridani, avvenuta nella circostanza della scolastica premiazione”…