Corso per cuochi.
Corso per parrucchieri.

L’ultimo scorcio del ‘900

Il ricambio dei vertici dell’Opera Pia avvenne il 18 luglio 1996. Subentrarono il presidente Mauro Farfallini e i consiglieri Italo Cesarotti, Rodolfo Fuscagni, Giovanni Mambrini e Riccardo Rossi. A quell’epoca si poteva già apprezzare una netta ripresa dell’istituto. Nel 1996-1997 promosse quattro corsi di prima formazione nei settori della meccanica e della falegnameria, con una quarantina di allievi; altri corsi di riqualificazione incentrati soprattutto sull’informatica, sulle nuove tecnologie produttive, sulle normative di sicurezza, sull’artigianato artistico e sul recupero edilizio nei centri storici; inoltre un corso di qualificazione per responsabile tecnico di cantiere.

Avviò pure le prime positive esperienze di formazione auto-finanziata. Si trattava di corsi ufficialmente riconosciuti, ma senza finanziamento pubblico, progettati per far fronte ad esigenze formative che non trovavano risposte nei piani regionali e provinciali. Offrivano opportunità di riqualificazione celeri e di forte spessore a un’utenza disposta a pagare di tasca propria pur di acquisire le competenze professionali richieste dal mercato del lavoro o comunque utili per una migliore qualità della vita.
Il riacquisito dinamismo e il nuovo slancio progettuale della “Bufalini” portarono a un’ulteriore espansione nel 1997-1998. In quell’anno formativo vennero realizzati 29 corsi, frequentati da 536 allievi.E ormai assumevano un crescente rilievo i corsi auto-finanziati. Se ne svolsero per l’informatica di base e avanzata e per la lingua inglese, per operatori in ambiente CAD, per guardarobiera e per coordinatori della progettazione, direzione ed esecuzione dei lavori edili. Un altro corso mirò alla riconversione e riqualificazione degli addetti del settore edile per il recupero di edilizia storica. Fu invece parzialmente finanziato un corso per addetto ai processi di saldatura avanzata.
I nuovi orizzonti della formazione imposero la dotazione di due aule con strumenti informatici. Inoltre, per diversificare più proficuamente l’offerta formativa, la “Bufalini” cominciò ad avvalersi di consulenze esterne. Anche in virtù di tali collaborazioni nel 1998-1999 si poterono avviare corsi per orafo costruttore, doratore, decoratore e pittore di arredi e interni, ceramista e addetto alla produzione nel settore del legno.
Un’indagine statistica sulla situazione occupazionale dei diplomati negli anni 1984-1998 offrì dati inoppugnabili sull’efficace inserimento degli allievi della “Bufalini” nel mondo del lavoro, in un periodo pur contrassegnato da momenti difficili. Il tasso di occupazione dei 302 ex allievi contattati era del 96%. Di essi, il 94% avevano un lavoro stabile. L’84% dei diplomati si era inserito immediatamente nel mercato del lavoro, a fronte di un 12% che aveva atteso più di un anno e di un 4% da tre a sei mesi.
Contestualmente l’Opera Pia ampliava la rete di collaborazioni e rafforzava la propria centralità come polo formativo. La “Bufalini” maturò quindi la convinzione di muoversi a tutto campo. E lo fece anche per la prima formazione a finanziamento pubblico. Tra il 1998 e il 2000 i consueti corsi per metalmeccanico ebbero sui 35 allievi, quelli per falegname mobiliere dai 18 ai 24. Il piano formativo per il 2000-2001 affiancò a questi – e ad altri di specializzazione in saldatura avanzata e per restauratore – un corso per “commis sala e bar”.
Le molteplici prospettive di intervento che si aprivano nell’ambito della formazione professionale abbisognavano di mezzi finanziari, di spazi adeguati, di attrezzature. L’Opera Pia aveva da tempo acquistato lo stabile della dismessa Officina “Godioli & Bellanti”. Tuttavia le modeste entrate garantite dall’affitto dei beni rustici non avevano permesso investimenti significativi nell’attività didattica. Si deve alle scelte compiute nel corso delle amministrazioni di Mauro Farfallini e di Gabrio Renzacci se, grazie ai maggiori proventi del canone di affitto di Santa Fista e all’alienazione di fabbricati rurali, annessi agricoli e lotti di terreno, si sono reperite le risorse necessarie alla trasformazione dell’ex “Godioli & Bellanti” in un vivo e innovativo centro culturale e didattico, sede funzionale dei corsi proposti dall’inizio del nuovo millennio.