Figura leggendaria dell’artigianato tifernate è Luigi Leomazzi. Proveniva da una famiglia di fabbri del quartiere San Giacomo: suo padre Giuseppe e il di lui fratello GioBatta. Giuseppe avviò all’arte i tre figli, ma ne seguì le orme solo Luigi, perché Silvestro e Benedetto diventarono l’uno sacerdote, l’altro cappellaio. Oltre al mestiere, Luigi ereditò dal padre il soprannome di “Moccolino”. I Leomazzi non erano artigiani di modesta condizione sociale; possedevano le loro abitazioni e la moglie di Giuseppe portò con sé un’apprezzabile dote matrimoniale. Ma proprio la morte di Giuseppe provocò “una grave sbilancio alla famiglia”, che si trovò “in dovere di pagare circa scudi 40 per gli debiti da esso lasciati ed accresciuti”…