Il periodico del gruppo estremista fascista tifernate.

Lotte intestine

Nel 1923 si susseguirono tre crisi nella compagine fascista di Città di Castello. La sezione del PNF fu sciolta e ricostituita; la segreteria passò da Furio Palazzeschi a Basilide Morelli e infine a Ezio Torrioli; il direttorio subì dei rimpasti. Ad agitare la vita del Fascio contribuivano più fattori. Da un lato condizionavano le vicende politiche mai sopiti risentimenti personali e campanilistici, soprattutto la rivalità tra Palazzeschi e Trivelli e l’ostilità di alcuni verso Gino Patrizi. Inoltre prese corpo l’inevitabile contrapposizione fra le due anime del fascismo, che i cattolici tifernati definirono “la entusiastica, eminentemente democratica, e la conservatrice”. E infine i riflessi di un malessere che attraversava l’intero movimento: vi fece esplicito riferimento l’assemblea del Fascio del 9 maggio, che constatò “con dolore i dissidi del fascismo italiano in genere”, criticò “l’eccesso di potere nei vari sottocapi di provincie” e chiese di “liberare il corpo del fascismo dai bubboni purulenti”.

La situazione si presentava particolarmente conflittuale in Umbria. Il duro scontro, venato anche a livello regionale da diatribe personali, tra l’ala rivoluzionario-sindacalista del partito, rappresentata da Bastianini, Felicioni e Pighetti, e l’ala reazionaria, che aveva in Misuri il principale esponente, si protrasse a lungo e avrebbe visto i conservatori prendere il sopravvento.

Alla fine di agosto, l’elezione alla segreteria di Ezio Torrioli sembrò riportare la quiete tra i 179 fascisti di Città di Castello. La successiva elezione del sindaco Furio Palazzeschi alla carica di capozona da parte dei segretari politici del comprensorio consolidò rapporti di forza che segnavano la progressiva emarginazione di Giuseppe Gentili e di Gino Patrizi e, con loro, dei settori più animosi del primo squadrismo. Il fascismo tifernate aveva inoltre avuto un tangibile riconoscimento con la nomina alla direzione de “L’Assalto” di Perugia di Angelo Falchi.

 

Il testo continua nell’allegato.