L’Opera Nazionale Balilla fu istituita nell’aprile del 1926; ma di fatto iniziò l’attività dopo l’approvazione dei regolamenti amministrativi e tecnico disciplinari, avvenuta nel gennaio dell’anno seguente. Il comitato tifernate dell’Opera, infatti, si insediò il 27 agosto 1927.
L’organizzazione dei giovani aveva creato non pochi problemi al Fascio. Una decisa spinta vi era stata proprio nel 1926, affidando l’incarico di capozona dell’Avanguardia Giovanile Fascista a Umberto Vincenti. Questi poté contare sul prezioso contributo di alcuni studenti del Collegio Convitto Serafini. Uno di essi, Nino Madau Diaz, avrebbe rievocato che il movimento giovanile fascista a quell’epoca “aveva subito una terribile stasi ed era quasi paralizzato”. A conferma di ciò, “Polliceverso” allora lamentava l’esiguo numero di iscritti all’AGF a Città di Castello, appena 18, mentre ammontavano a 13 nella sola frazione di Sansecondo.
Il Fascio non aveva lesinato energie nel mettere in piedi l’Avanguardia, che inquadrava i ragazzi dai 13 ai 17 anni, e, quando, nel luglio del 1923, si era costituita la legione umbra, quella tifernate esisteva già. “Polliceverso” non fece mistero di chi fosse la responsabilità dello scarso inquadramento dei giovani e chiese polemicamente: “[…] che ne pensano le famiglie dei fascisti castellani?”. Ritardi e apatia apparivano ancor più intollerabili a fronte del successo che stava riscuotendo l’associazione dei Giovani Esploratori Cattolici, verso la quale affluivano adolescenti di tutti i ceti sociali.
L’istituzione dell’Opera Nazionale Balilla lanciò l’ambizioso progetto del regime di educare integralmente agli ideali fascisti e inquadrare militarmente la gioventù italiana. …
Le fotografie nel sito, se non dell’autore, provengono per lo più dalla Fototeca Tifernate On Line.
Si chiede a quanti attingeranno informazioni e documentazione di citare correttamente la fonte.