Le mura ai Frontoni prima della guerra.
La porta ai Frontoni allo sbocco di via Oberdan.

Le mura ai Frontoni

L’esigenza di una facile e rapida via di fuga dalla città al suono degli allarmi aerei si presentò anche agli abitanti della Mattonata. L’apertura praticata ai Frontoni, dando uno sbocco a via delle Santucce, fu poi richiusa con materiale posticcio.
Lo stesso comune prese l’iniziativa di realizzare nello stesso punto una vera e propria porta per permettere alla popolazione di accedere più facilmente alla passeggiata di viale Franchetti, lungo i Frontoni.
L’impegno per la sua costruzione fu assunto dalla F.A.T. nel 1949, in seguito ad un più ampio accordo intervenuto con il comune per una permuta di terreno e fabbricati.

I Frontoni

Chiamiamo solitamente “i Frontoni” l’area a ridosso delle mura urbiche meridionali, tra il torrione alla destra di Porta Santa Maria e lo sbocco di via dei Casceri su viale Leopoldo Franchetti. Si tratta di un toponimo antico, un tempo usato al singolare. In documenti degli anni 1837-1842 si parla di “viottolo del Frontone”, di strada detta “il Frontone”, di “passeggiata del Frontone”. Nella documentazione di archivio comunale consultata, il termine “i Frontoni” compare per la prima volta nel 1876.

A quell’epoca tutta la cinta muraria era contornata dalle fosse, che anticamente, per ragioni difensive, venivano colmate di acqua incanalata dal Tevere e dal torrente Scatorbia. Nell’Ottocento il fondo delle fosse era generalmente coltivato, mentre le loro “greppe”, lasciate a pascolo, servivano pure a sostenere la “strada all’intorno della città”, che oggigiorno chiamiamo circonvallazione.

Le mura dei Frontoni si estendevano da Porta San Florido a Porta Santa Maria; le altre porte della città erano quelle di Sant’Egidio e di San Giacomo. Non ne esistevano altre. Il Comune affidava a dei suoi dipendenti il servizio di apertura e di chiusura notturna delle quattro porte e i portinai lo svolgevano con rigore. Non si trattava solo di garantire la sicurezza della popolazione, controllando severamente chi entrava e usciva. Infatti a Città di Castello, centro di frontiera, qualche suo residente si dedicava con profitto alla lucrosa attività di contrabbando con la vicina Toscana. E costoro non esitavano ad aprire fessure nelle mura per praticare nottetempo il loro losco traffico. Ciò costringeva gli amministratori comunali a periodici interventi di restauro: nel 1842 fu necessario intervenire proprio ai Frontoni.

Le tre porte che si aprono attualmente sui Frontoni sono dunque abbastanza recenti. …

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