Mentre un nutrito gruppo di volontari di Città di Castello si apprestava a partecipare alla guerra nelle file del generale Ferrari, le speranze di coloro che vedevano in Pio IX il più valido sostegno della democrazia e dell’unità d’Italia erano destinate a cadere.
Il papa adottò una linea politica più prudente: non rinnegò la difesa della causa italiana, ma dichiarò di non poter mettere in atto una guerra offensiva. Nel frattempo la macchina messa in moto non si era fermata, tanto che le truppe dei volontari pontifici passarono il Po.
Intanto si procedette a svolgere le elezioni per il Consiglio dei Deputati in base allo Statuto. A Città di Castello potevano andare a votare solo 396 elettori e solo 69 erano gli eleggibili: nonostante tutto questo evento completamente nuovo suscitò fermento. Le elezioni si svolsero dal 18 al 20 maggio, ed in quella occasione fu esposta la bandiera tricolore. GioBatta Signoretti venne eletto come rappresentante di Città di Castello per il Consiglio dei Deputati.
Col progredire dell’estate avviene un vero e proprio rivolgimento. Filottete Corbucci, che aveva guidato i dimostranti contro i Gesuiti fonda, insieme al padre Lodovico, il Circolo Popolare, di chiara ispirazione mazziniana. Il suo programma si rivolgeva a tutte le classi sociali dei cittadini, sulla linea di quanto prendeva vita allora nelle più importanti città italiane e umbre. Il fine era quello di incontrarsi, di scambiare opinioni, di istruirsi, “perché quivi il Popolo imparerà a conoscere i suoi doveri e i suoi diritti: quivi si matureranno progetti vantaggiosi al bene della nostra città: progetti che si porteranno ad esecuzione quante volte il Circolo abbia così deciso, perché il Circolo rappresenta la forza e la volontà del Popolo”.
Intanto gli avvenimenti precipitavano: il 27 luglio i piemontesi erano stati sconfitti a Custoza; il 15 novembre a Roma venne assassinato il capo del governo, Pellegrino Rossi, e di lì a poco Pio IX fuggì a Gaeta. A fine dicembre giunse la rottura tra il pontefice in esilio e il governo a Roma, quando esso indisse le elezioni per la nuova Assemblea Costituente.
Il 1° gennaio, dopo una lunga preparazione, si inaugura ufficialmente a Città di Castello il Circolo Popolare. Avevano dato inizialmente il loro appoggio anche alcuni moderati e conservatori, forse non del tutto consci della reale svolta degli avvenimenti. I più ferventi animatori erano coloro che avevano lunghe tradizioni liberali o che saranno protagonisti delle vicende repubblicane: Francesco Milanesi, Antonio Sediari, Amilcare Mattiucci, Giuseppe Ricci, Lodovico e Filottete Corbucci.
L’articolo è un estratto, privo delle note che corredano il testo di Antonella Lignani nel volume Alvaro Tacchini – Antonella Lignani,“Il Risorgimento a Città di Castello” (Petruzzi Editore, Città di Castello 2010).