I circoli Nova Juventus di Città di Castello e Gubbio.
Il periodico del circolo.
La nascita del Circolo Nova Juventus
Giovagnoli mostrò il fermo intento di dare pratica attuazione ai progetti spiccatamente innovatori maturati insieme alla nuova generazione di sacerdoti. La Chiesa umbra non era stata in grado di far attecchire l’Opera dai Congressi; mancava sostanzialmente un movimento cattolico ufficiale e i gruppi giovanili costituivano una presenza del tutto formale. Così apparve lo scenario a Giovagnoli: “Poco o nulla di movimento cattolico, tranne qualche gruppo sparso in qualche punto solitario, quasi oasi nel deserto”. Pertanto cominciò ad aggregare quei giovani che ne condividevano lo slancio evangelico e la volontà di rifuggire da un cristianesimo di facciata, passivo, tradizionalista, succube della spinta incalzante delle ideologie materialiste ed anticlericali.
Giovagnoli e gli altri tifernati che diedero vita a Nova Juventus rifuggirono da posizioni estreme, attribuendo al circolo fini precipuamente formativi. Il loro periodico “Gioventù Nova” proclamò l’intento di una ricerca della verità appassionata, fondata sul Vangelo, ma senza pregiudizi. Giovagnoli dichiarò la propria contrarietà al coinvolgimento diretto del circolo nella lotta politica; Nova Juventus si sarebbe certo interessata dei problemi degli operai e dei contadini, promuovendo anche iniziative per la loro elevazione spirituale e materiale, ma le scelte politiche avrebbero dovuto essere frutto della maturazione personale dei singoli aderenti. Nova Juventus ambiva a formare dei giovani “nuovi”, mossi da idealità cristiana, dotati di spirito critico; persone responsabili, pronte a testimoniare la loro fede sia nella vita privata che nell’adempimento degli impegni pubblici e dell’attività politica.
In ambito religioso Nova Juventus si dedicò con particolare ardore all’Opera delle Prime Comunioni, che sorse quasi ovunque nelle campagne. Riprese vigore il ricreatorio festivo per i fanciulli e si costituirono un gruppo filodrammatico, una Schola Cantorum, animata dal giovane musicista Roberto Arcaleni, e una fanfara. Inoltre, siccome si reputava che alla base del rigetto giovanile della religione vi fossero le precoci esperienze lavorative nelle botteghe artigiane e nelle officine, Nova Juventus tentò di offrire un’istruzione professionale in un ambiente attento anche alla formazione cristiana. Giovagnoli contribuì infatti alla fondazione della Scuola Editrice Cooperativa ed allestì un laboratorio di falegnameria nei locali del ricreatorio.
Se il sacerdote rappresentava l’anima dell’associazione, un altro giovane laico – Venanzio Gabriotti – vi recitò un ruolo di primissimo piano: ne fu a lungo presidente, ne arricchì la biblioteca, relazionò sugli aspetti organizzativi, concorse all’opera di divulgazione di principi e metodi, tenne conferenze per i soci.