Hartmann soleva tenere un suo diario quotidiano in agendine. E’ in quella del 1886, a giugno, che cominciò ad annotare le sue esperienze a Città di Castello. Allora scriveva esclusivamente in tedesco. Un’integrale lettura dei diari – rimasti finora nell’archivio di famiglia – rivelerebbe senz’altro aspetti molto interessanti non solo della sua biografia, ma anche della storia sociale di Città di Castello.
Hartmann si inserì facilmente nell’ambiente tifernate. Nel 1890 sposò la figlia di un possidente, Anna Bendini. Lo stesso Scipione Lapi gli fece da testimone. Tra il 1892 e il 1893 nacquero i figli Caterina e Carlo. Caterina nacque il 25 ottobre 1892; nel 1916 sposò Publio De Rosi, con il quale di lì a poco emigrò in Argentina. Carlo vide la luce il 18 novembre 1803. Nel 1918 sposò Marianna Niccolini, figlia di Annibale, titolare di una delle più importanti calzolerie di Città di Castello. Visse solo 27 anni.
Rina e Carlo, insieme alla moglie Nina, naturalmente compaiono in diverse fotografie di quel periodo. Hartmann avrebbe avuto una terza figlia, Margherita, nel 1913, all’età di 50 anni.
Sposando Anna Bendini, Hartmann abbandonò ogni progetto di vita girovaga. Tra l’altro, lei aveva poderi nella zona di Valdipetrina e la famiglia poté così alternare la residenza tra l’abitazione in pieno centro urbano, in corso Cavour, e – specie in estate – la casa in collina, con un paesaggio incantevole sulla valle.