Nel censimento del 1881 i cappellai ammontavano a 75, otto dei quali “padroni di bottega”. Un appunto statistico manoscritto comunale di poco precedente calcolava in 64 gli addetti di sette cappellerie, suddivisi in 37 uomini, 16 donne e 11 fanciulli. Sin dai primi anni ’70 si percepiva l’incombente decadenza di questo settore manifatturiero: “I fabbricanti di Città di Castello avevano lo smercio dei loro generi in Roma; ora, introdotto il dazio, hanno invenduti i loro prodotti, e sono costretti a diminuire gli affari”…