La suddivisione per classi di età permette di monitorare il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione. Alla fine del 2009 i residenti di età 51-65 anni assommavano al 19,53% del totale, quelli di età 66-80 al 15,02%, gli oltre-80 al 6,02%: complessivamente, i tifernati con più di 50 anni rappresentavano il 40,58% della popolazione; un incremento percentuale di appena lo 0.42 rispetto a dieci anni prima. A fronte di ciò, i residenti di età fino a 10 anni sono stati nel 2009 il 9,41%: si tratta dell’1,18% in più se confrontato con il 2000.
Resta il fatto che l’ultimo annuario quantifica in 2.436 (di cui 1.670 donne, assai più longeve degli uomini) i residenti con 81 anni di età o più; ben 359 sono i tifernati con novanta o più anni. Nel complesso la percentuale di popolazione da 66 anni in su ammonta al 21,05%del totale.
Riguardo all’invecchiamento della popolazione, un interessante raffronto con il passato ce lo permettono i dati esposti nell’Annuario 1975 del CRURES: nel 1951 i residenti con oltre 65 anni di età ammontavano soltanto al 7,33% del totale; poi crebbero, ma lentamente, al 9,15% dieci anni dopo e all’11% nel 1971.
La vecchiaia, oltre agli inevitabili problemi di salute che porta con sé, può significare solitudine. I tifernati ai quali è venuto a mancare il coniuge sono in totale 3.504; tra di loro, vi sono 205 vedovi e 1.266 vedove con 81 anni di età e oltre. Sono dati destinati a pesare nelle scelte di politica sociale.
Nel contempo procede inesorabile la trasformazione dell’istituto famigliare, che nella valle, specie nell’estesa campagna, in passato assumeva spesso carattere patriarcale. I nuclei famigliari con un solo componente erano alla fine del 2009 il 29,72% (+2,92% rispetto a tre anni prima). Alla crescita del numero dei single si accompagnava anche quella di famiglie formate esclusivamente da 2 o 3 componenti: assommavano al 48,42%.
Vi sono poi da osservare altri segnali di altri mutamenti culturali in atto. Appare in crisi il matrimonio religioso: nel triennio 1995-1997 se ne celebrarono più di 160 all’anno; nel triennio 2007-2009 appena un centinaio. Prendendo in considerazione ancora i due trienni, i matrimoni civili sono cresciuti da 24 a 32 all’anno, i divorzi da 9 a 26,6 all’anno.