Il King’s Dragoon Guards a Sansepolcro

Sansepolcro rimase base operativa del 1° reggimento del King’s Dragoon Guards per gran parte del mese di settembre 1944. Lo squadrone A dal 3 settembre si sistemò nel Collegio “Regina Elena”, che definì un “eccellente accantonamento”. Lo squadrone D il 23 trovò posto in un “grande monastero” al centro della città: “Mess Room, mensa sergenti, mensa caporali, acqua corrente e latrine. Lo spazio per i veicoli è un po’ rattrappito, ma il sindaco molto gentilmente ha chiuso al traffico tre strade per fornirci area di parcheggio”.

I reparti non impegnati nella quotidiana opera di perlustrazione e di pattugliamento beneficiavano di turni di riposo in città. Ma non c’era spazio per l’ozio. Una sveglia mattutina a orari più benevoli, poi ore di addestramento, di manutenzione di armi e mezzi, di aggiornamenti tecnici, di ispezioni di vestiario, uniformi da combattimento ed equipaggiamento. Si approfittava di quelle circostanza anche per qualche esercitazione, con battaglie “virtuali”, e per la consegna di riconoscimenti al valore.

Il pomeriggio i britannici dettero molto spazio alle attività sportive, con partite di calcio e gare di atletica leggera. Avevano una particolare predilezione per la corsa lunga un miglio: la vinse il soldato Francis dello squadrone B. Si cimentarono anche in staffette su tale distanza. Fu comunque il calcio a coinvolgere un po’ tutti, con campionati interni a ciascun squadrone, dove si affrontavano compagini di 7 giocatori, e un torneo tra gli squadroni. Quando l’A perse 3-0 contro lo C, trovò subito le ragioni della sconfitta: “Vino, donne e canti stanno cominciando a pesare!” Poi andò a finire che britannici e borghesi si sfidarono. Non si trattò di partite proprio “amichevoli”: “Lo squadrone C ha giocato a calcio contro i civili, abbiamo perso; quasi lotta libera, perché i civili hanno giocato molto sporco”. Questo accadeva il 20 settembre. Cinque giorni dopo si affrontarono la squadra dell’intero reggimento e una rappresentativa di Sansepolcro. I britannici vinsero una gara dall’agonismo acceso: “Il match poi si è trasformato in una bagarre, con diversi giocatori espulsi”.

Infine, la sera, la vera e propria libera uscita e l’opportunità di lasciarsi andare ad attività ricreative capaci di attutire i colpi di cannone che ancora esplodevano non lontano. Scorse molto vino: i sergenti dello squadrone A offrirono una “vino session” ai caporali, poi questi ultimi contraccambiarono con pari generosità. Vennero proiettati film al Collegio “Regina Elena” e al Teatro Dante. A proporre spettacoli in città fu l’Entertainments National Service Association.

Ma era il ballo serale il grande evento. Se ne susseguirono diversi in quel settembre, anche al Teatro Dante. Veniva naturalmente sollecitata la partecipazione delle signorine di Sansepolcro, mentre si cercava di evitare la “concorrenza” dei maschi del posto. Nei diari degli squadroni si accenna a problemi avuti con i civili, soprattutto perché si infiltravano nelle feste molti di essi, non invitati. Fu necessario anche rimuovere gli ostacoli frapposti dall’ufficiale locale dell’Allied Military Government, bollato dalle truppe come “una merda completa”. Ciò nonostante i balli ebbero tutti successo. E quando, il 28 settembre, giunse l’ordine del trasferimento, l’estensore del diario dello squadrone A non poté fare a meno di annotare il dispiacere dei militari britannici: “Avvertimento che si lascerà il nido d’amore che è Sansepolcro! Molti Romei abbattuti!”.

La guerra tuttavia continuava a incombere e anche nei giorni di riposo succedeva qualcosa che riportava alla dura realtà: “Il soldato Rooks è saltato su una mina col suo dingo ed è poi morto per le ferite e lo shock”; e di lì a poco: “Trovato il corpo di un nostro soldato ucciso in azione”.

Quando poi, terminato il turno di riposo, bisognava tornare in prima linea, i temporanei agi di Sansepolcro apparivano molto lontani. Tra il 5 e il 7 settembre piovve molto: i militari che dormirono sotto le tende dovettero accontentarsi di poco per sopravvivere all’umidità della notte: “Il rum ha dato una mano”.

 

Per il testo integrale, con le note e la fonte delle illustrazioni, si veda il mio volume Guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere 1943-1944, Petruzzi Editore, 2016.