L'indagine permette di quantificare dettagliatamente la partecipazione del mondo giovanile ai cosiddetti “social”. È di certo massiccia, ma non coinvolge proprio tutti. E mostra inoltre qualche interessante differenza tra maschi e femmine. Hanno infatti un profilo Facebook l'85% dei giovani, ma più i ragazzi (quasi il 90%) delle ragazze (81,5%). Invece Istagram, che si fonda in particolare sulla condivisione delle fotografie e complessivamente attira l'81% dei giovani, è preferito più dalle femmine (87%) che dai maschi (75%).
Intanto avanza Ask.fm, il sito che permette di formulare domande in forma anonima sulla bacheca di altri utenti e di seguire i propri amici restando, per così dire, “nascosti”. Sono già approdati ad Ask.fm quasi il 53% dei giovani, senza significative distinzioni di sesso. E What's App sta ormai dilagando: lo usano “spesso” il 90%, “talvolta” il 5%.
Quanto tempo viene dedicato giornalmente ai social network? Abbiamo uno spaccato assai attendibile. I “drogati” di social, quelli che ci navigano per più di 4 ore al giorno, sono il 5,5% dei giovani. Un altro 10% circa vi dedicano la bellezza di 3-4 ore giornaliere: sono ben più ragazze (16,3%) che ragazzi (3,2%). A seguire, ammontano a oltre il 19% i giovani con 2-3 ore di attività quotidiana nei social, a quasi il 34% quelli con 1-2 ore, al 28,7% i più moderati, con meno di un'ora al giorno. L'insieme dei dati conferma una più marcata propensione verso i social da parte delle ragazze.
Rincuora il fatto che davvero pochissimi ammettano di aver sviluppato una pericolosa dipendenza dai social. Sono solo l'1,6% coloro che, quando non possono usare Facebook, “sentono che gli manca qualcosa di importante” o addirittura “rischiano di andare via di testa”. Invece, il 67,3% “si sentono bene ugualmente” e il 28,3% “sono dispiaciuti, ma non ne fanno una tragedia”.
Si dibatte molto la questione dell'impatto dei social nella comunicazione interpersonale. La agevolano, oppure sono una latente minaccia alle “vere” relazioni, quelle che si nutrono di vicinanza, di contatto fisico? Che essi rappresentino una risorsa per chi si sente timido e impacciato lo prova il fatto che per circa il 30% dei giovani “è più facile comunicare i propri sentimenti quando non hanno la persona interessata davanti”. E non è da trascurare quel 23% di maschi e 12% di femmine che ammettono di sentirsi maggiormente a proprio agio nel comunicare attraverso i social. Tuttavia oltre la metà degli studenti dichiara di non sentirsi più sicura di sé quando chatta, rispetto a quando parla faccia a faccia.
È possibile costruire amicizie vere attraverso Facebook? C'è molta prudenza al riguardo. Prevalgono ampiamente gli scettici: per il 18% non è mai possibile, per il 46% solo raramente; sono il 33% dei giovani a dire che talvolta è possibile. Una eventualità che comunque non sembra affatto remota: la metà di essi riconoscono che è loro capitato di diventare amici nella vita reale di una persona conosciuta attraverso Facebook. Ma sono possibili anche disavventure: il 22% dei giovani sanno di amici che hanno avuto brutte esperienze con qualcuno conosciuto nei social network.
Non si può più parlare dei social come di un fenomeno solo giovanile. Il 32% degli adolescenti afferma che entrambi i genitori hanno il profilo Facebook o in altri social network; un altro 39% vi vede navigare solo uno dei genitori. Però, per quello che osservano i figli, i genitori non sembrano grandi utenti dei social: il 74% dei giovani sostiene che i loro genitori vi dedicano “poco” o “pochissimo” tempo; solo per l'11% il tempo che vi dedicano è “molto”.
Le fotografie nel sito, se non dell’autore, provengono per lo più dalla Fototeca Tifernate On Line.
Si chiede a quanti attingeranno informazioni e documentazione di citare correttamente la fonte.