Al 31 dicembre 2009 risiedevano nel comune tifernate 40.455 persone, la cifra più alta da sempre. Si trattava di 3.309 unità in più rispetto ai dati del primo censimento del dopoguerra, nel 1951, e di ben 17.136 rispetto al più lontano 1861.
Negli ultimi anni, la crescita è stata continua. È aumentato di pari passo il numero delle famiglie: alla fine del 2009 se ne contavano 16.479, 1.981 in più rispetto al 1999. In questi ultimi anni, la media dei nati è stata di 328,8 individui all’anno; quella dei morti, di 424,8.La ricorrente prevalenza dei morti sui nati permette di apprezzare appieno il ruolo svolto dall’immigrazione nell’incremento demografico.
Per rendersi conto di quanto siano diminuite le nascite, si consideri che nel 1962-1974, quindi in un passato piuttosto recente, la media annuale dei nati fu di 530; nel 1882-1902 arrivò addirittura alla cifra di 843 nati vivi all’anno.
Il rilievo di Città di Castello nel comprensorio dell’Alto Tevere umbro (che include anche Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Lisciano Niccone, Pietralunga, San Giustino e Umbertide) è sottolineato dalle cifre: su 77.941 residenti complessivi alla fine del 2009, quasi il 52% di essi faceva parte del comune tifernate. La preminenza demografica si è rafforzato nel secondo dopoguerra. Tra il 1861 e il 1931 viveva a Città di Castello intorno al 45% della popolazione comprensoriale; la percentuale crebbe al 47,5 nel 1951 e al 52,7 del 1971, quando la valle era stata pesantemente investita dal fenomeno dell’esodo dalle campagne, dell’inurbamento e dell’emigrazione e lo sviluppo industriale tifernate era appena agli inizi. In quel ventennio l’Alto Tevere umbro perse 11.264 residenti (il 14,4% degli abitanti del 1951): l’emorragia di popolazione a Città di Castello (-5%) fu considerevolmente inferiore rispetto alla media degli altri comuni (-22,9%).