Dall’inizio del Novecento fino agli anni ‘20 le principali botteghe di scalpellini furono dunque quelle dei Fiorucci, di Eladio Pasqui e Gustavo Leoni. Ma non si rivolse a loro la Cassa di Risparmio quando costruì la sua sede in “piazza di sopra”. A dirigere l’importante cantiere fu chiamato inizialmente un capomastro forestiero, Antonio Spadolini. La manodopera era comunque formata da operai locali. L’edificazione del palazzo rappresentava un’opportunità di lavoro imprescindibile per l’artigianato locale e, sebbene procedesse lentamente, non si considerò “conveniente” chiamare anche scalpellini da altre città…