Giovani e famiglia

Il sondaggio pare delineare uno scenario di apprezzabile tranquillità familiare. Solo il 5% dei giovani ammette di non vivere bene in famiglia. Al contrario la metà sostiene di viverci “molto bene”, il restante 45% “abbastanza bene”.

Non sembrano incidere più di tanto le crisi coniugali. Il 15% dei giovani intervistati vive infatti in famiglie nelle quali i genitori sono separati o divorziati. Ma più che questo aspetto, ci è sembrato più opportuno indagare la qualità del rapporto tra genitori e figli.

Prima questione: quanto tempo si sta insieme in famiglia? Ad affermare di trascorrere “poco tempo” con i genitori (o con il genitore con il quale abitualmente convivono) è il 18% dei giovani. A trascorrerci “molto tempo” insieme è il 30%. Il restante 52% dichiara di passare insieme ai genitori “abbastanza tempo”. Se questo “abbastanza” sia da considerare un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto è difficile dire.

 

Dialogo e TV

 

L'“abbastanza” è la risposta maggioritaria anche a un altro delicato interrogativo: Quanto dialoghi con i tuoi genitori, o con il genitore col quale convivi? A rispondere così è il 56% dei giovani (un po' più i ragazzi delle ragazze). Più in positivo, affermano di dialogare “molto” con i genitori il 23% degli intervistati (in tal caso più le ragazze dei ragazzi). La fascia nella quale cova l'insoddisfazione per il mancato dialogo abbraccia invece circa il 21% dei giovani: per il 19% il dialogo è “poco”, per circa un 2% addirittura nullo.

Temo però che i problemi di dialogo tra genitori e figli siano più seri di quanto non ammettano gli stessi giovani. Si consideri infatti quanto avviene abitualmente in casa. Con tanti genitori che lavorano o sono presi da molteplici occupazioni, momenti privilegiati di incontro e di comunicazione diventano necessariamente il pranzo e, ancor più spesso, la cena. Ma cosa avviene? Abitualmente ci si siede a tavola, l'uno accanto all'altro, per guardare la TV; con la famiglia in genere muta, ipnotizzata dal televisore, o che si scambia qualche parola su ciò che vede o sente nel piccolo schermo. I dati del sondaggio sono impietosi: il 58% dei giovani ammette che in famiglia guarda “sempre” la TV quando consuma i pasti; il 31% afferma che ciò avviene “talvolta”; solo nelle case dell'11% dei nostri giovani il televisore è spento o raramente acceso a pranzo e cena. Tale abitudine, così dannosa per il dialogo tra genitori e figli, non viene messa in discussione quanto invece sarebbe necessario.

 

Libertà e vizio

 

Nell'adolescenza il giovane tende a conquistare importanti spazi di autonomia; un'autonomia che si misura anche con il livello di libertà che pian piano i genitori concedono. Abbiamo dunque chiesto ai nostri adolescenti quanta libertà viene loro concessa in famiglia. Non possono certo lamentarsi. Il 44% dei maschi e il 37% delle femmine definiscono “molta” la libertà loro concessa; per il 43% dei ragazzi e il 51% delle ragazze è “abbastanza”. Si aggiungano poi un 5% di ragazzi e un 2% di ragazze che ammettono addirittura di averne “troppa” di libertà. Globalmente, quindi, oltre il 90% dei giovani si ritiene soddisfatto al riguardo, con le femmine che comunque si aspetterebbero qualcosina di più. Solo a un giovane su dieci viene concessa “poca” o “pochissima” libertà.

Altri quesiti permettono di indagare più a fondo la relazione tra genitori e figli. Abbiamo chiesto: in famiglia ti concedono tutto quello che vuoi? Emerge una netta la spaccatura tra una metà di genitori permissivi e un'altra metà assai meno condiscendenti. Da un lato il 46% degli adolescenti dichiara che “solo raramente” viene loro concesso tutto; per il 5% ciò non avviene “mai”. Al contrario, un 46% afferma di vedersi concedere “spesso” tutto ciò che vuole e un 2% persino “sempre”.

C'è di che temere, dunque, che tanti, forse troppi giovani vengono viziati in famiglia. Se ne parla spesso tra adulti sensibili al problema: “i giovani d'oggi godono di troppa libertà, hanno tutto quello che vogliono senza imparare a conquistarlo”, e così via. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Il 53%, sia maschi che femmine, non si sente per niente viziato. Vi sono poi il 33% dei ragazzi e il 40% delle ragazze che si considerano “solo un po'” viziati. Ad ammettere di essere “molto viziati” sono appena il 5% dei maschi e il 2% delle femmine.

Una situazione con luci e ombre, pertanto. Tuttavia la grande massa dei nostri adolescenti ha idee abbastanza chiare su quale sia la migliore educazione da ricevere in famiglia. Ben l'86% di essi, alla domanda “come dovrebbe comportarsi un bravo genitore?” risponde: Deve saper dialogare con il figlio, ma punirlo in modo giusto se non rispetta le regole di comportamento decise. Solo il 9% degli adolescenti auspica un atteggiamento più permissivo: Il genitore deve saper dialogare con il figlio, ma poi lasciarlo sempre libero di comportarsi come vuole.

La saggezza di una quantità così estesa di giovani dovrebbe illuminare i tanti genitori troppo permissivi o che non sanno che pesci pigliare in determinate situazioni, temendo di rompere con i figli se assumono atteggiamenti rigorosi. Il messaggio che ci viene dagli adolescenti è chiaro: dialoghiamo serratamente, stabiliamo insieme le regole da seguire; poi, se sgarriamo, è giusto che ci puniate, in modo equo. I figli, insomma, chiedono agli adulti di essere presenti, di fungere da guide, autorevoli e non autoritarie; e di non aver paura di intervenire in modo severo, qualora ciò fosse necessario.