Altri segni di modernizzazione: l’8 dicembre 1912 venne inaugurata la linea telefonica di stato che, attraverso Perugia e Terni, congiunse Città di Castello a Roma. Fu il sindaco Maioli a effettuare la prima storica chiamata telefonica. Insieme a lui festeggiarono questa “opera di civiltà”, che contribuiva ad alleviare l’isolamento della valle, il presidente della Congregazione di Carità Vincenzo Donini e il presidente Cassa di Risparmio Giuseppe Corsi. Oltre ai primi messaggi con Roma, le autorità tifernati ne scambiarono anche con le “città sorelle” Sangiustino e Umbertide.
Del compimento della rete telefonica nella valle menò vanto il deputato radicale altotiberino Ugo Patrizi. A Città di Castello la rete urbana aveva un raggio di 25 chilometri entro il territorio comunale. La spesa per il primo apparecchio telefonico fu di circa 10 lire. Il Comune inoltre aderì al progetto di impianto della linea che avrebbe dovuto collegare telefonicamente la valle con Arezzo.
Sul piano delle comunicazioni stradali, il Comune si dichiarò disposto a contribuire all’impianto di una corriere Città di Castello-Apecchio, primo passo per una linea consortile che raggiungesse Acqualagna.