Città di Castello “italiana”: società e rinnovamento urbanistico
Città di Castello divenne compiutamente “italiana” nel novembre del 1860, quando il plebiscito ne suggellò l’annessione alla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II. Già nei primi vorticosi mesi di trasformazioni e speranze successivi all’abbattimento della sovranità pontificia l’amministrazione municipale tentò di avviare un percorso di rinnovamento in grado di convogliare le migliori energie statali e locali.
La mancanza di una ricostruzione storica sistematica e approfondita dell’Ottocento a Città di Castello impedisce ancora di valutare compiutamente l’impatto dei cambiamenti prodotti dal nuovo assetto istituzionale. Certo è che il potere locale rimase saldamente nelle mani dei proprietari terrieri, dal cui ambito emerse una ristretta classe dirigente, se non tutta di spiccata ispirazione liberale, almeno non troppo compromessa con il passato regime pontificio…