Alla fine degli anni ’30 lo sviluppo autarchico dell’economia in seguito all’isolamento internazionale dell’Italia fu all’origine di un peculiare tentativo di industria tessile. Angelo Gaburri impiantò fuori porta San Florido lo Stabilimento per la Lavorazione della Ginestra. Da questa pianta, che cresce abbondante sulle alture altotiberine, si potevano ricavare fibre tessili di non eccelsa qualità, ma utili nella penuria di materie prime di cui soffriva il Paese. La fabbrica, inaugurata nel 1937, arrivò presto a occupare tra i 50 e i 60 operai. Una crisi, nel 1940, portò alla temporanea sospensione dell’attività, ripresa alla fine dell’anno successivo con la gestione dello Stabilimento da parte del Consorzio Nazionale Industriali Ginestra. Si cercò allora di incentivare la produzione della pianta coinvolgendo gli agricoltori, ma l’iniziativa finì con l’inaridirsi, man mano che sull’Italia si abbattevano le conseguenze dell’avventura militare nel secondo conflitto mondiale.
Nell’immediato dopoguerra “Tela Umbra” rimase a lungo l’unico opificio tessile tifernate di una qualche consistenza. Nel 1949 Salvatore Spinelli costituì la Società Industria Manufatti e Abbigliamenti; secondo le cronache dell’epoca, la fabbrica avrebbe dovuto occupare una ventina di addetti e affidare molto lavoro a domicilio. La SIMA condivideva con l’Industria Ceramica Umbra – dello stesso Spinelli – lo stabile già dell’azienda metalmeccanica SAFIMA. Ma questa iniziativa dell’intraprendente Spinelli non ebbe gli sbocchi sperati. Tre anni dopo infatti cedeva lo stabile di via Luca della Robbia alla nascente SOGEMA.
A metà degli anni ’50 prese invece consistenza la Creazioni Giemme di Mario Gaetano. Il suo laboratorio di tessitura, “con cinque operaie specializzate ed una dozzina di telai di legno più o meno modernizzati”, eseguiva – si legge in una cronaca dell’epoca – “finissimi tovagliati tessuti a mano in canapa e in lino operati con disegno a spolinato di grande effetto e di raffinato gusto artistico, […] tappeti di lana tipo rustico, con i più svariati disegni e colori, abbigliamenti di lana di ogni modello per neonati e bambini fino a due anni”.
L’azienda mantenne una certa solidità per tutto il decennio e fu l’unica del ramo tessile, insieme a “Tela Umbra” – per la cui gestione, come s’è visto, Mario Gaetano mostrò un concreto interessamento –, a esporre propri prodotti nelle Mostre dell’Artigianato di quegli anni. Nel 1959 la “Giemme” produceva per il mercato nazionale ed esportava in Belgio, Francia e Medio Oriente. Nel suo reparto di tessitura erano occupate una decina di operaie; un’altra trentina, per lo più apprendiste, lavoravano nel reparto confezioni.
Gli estratti dal volume Artigianato e industria a Città di Castello tra ‘800 e ‘900 mancano delle note