Negli anni ’90 si fece strada l’idea di alienare alcuni fabbricati rurali della proprietà, con i rispettivi annessi, i quali, oltre a non essere utili alla vita produttiva dell’azienda, versavano da tempo in condizioni assai precarie, necessitavano di interventi di manutenzione assai dispendiosi ed erano peraltro occupati in modo improprio, in alcuni casi addirittura abusivo, da vari nuclei famigliari.
L’Opera Pia affidò ad Andrea Vincenti un’indagine conoscitiva sulle condizioni dei fabbricati di Santa Fista. Nel 1996 il consiglio di amministrazione ebbe così modo di constatare una grave realtà di decadimento maturata nel corso del tempo. La “Bufalini” si trovava dunque in possesso di cospicui beni immobili rurali che non garantivano alcuna rendita a beneficio dei suoi scopi istituzionali e stavano subendo un costante degrado.
Nel 1996 si decise innanzitutto di stipulare con gli occupanti dei fabbricati contratti di comodato gratuito; in quanto riconoscevano alla “Bufalini” la proprietà a pieno titolo dei fabbricati, tali contratti tutelavano nell’immediato gli interessi dell’ente e ponevano le basi per una successiva scelta o di alienazione o di affitto.
Alla fine del 1997 si decise la vendita all’asta di otto lotti di unità immobiliari rustiche della tenuta di Santa Fista. In successive aste, nel corso del 1999, vennero aggiudicati cinque lotti; per gli altri fu autorizzata la vendita a trattativa privata. Inoltre si trasformarono in affitto sei contratti di comodato gratuito dei fondi rustici. Contestualmente l’Opera Pia procedette al recupero del fabbricato di Podernuovo, così da rendervi possibile il trasferimento di alcune famiglie che occupavano stabili destinati all’alienazione.
L’opera di risanamento condotta in quel periodo dal consiglio di amministrazione presieduto da Mauro Farfallini portò anche a una nuova contrattazione con Agricooper del canone di affitto dei terreni di Santa Fista: dal 1999 al 2007 la cooperativa avrebbe corrisposto un canone annuo in progressivo incremento da 100 a 110 milioni di lire.
Dal 2002, il consiglio di amministrazione presieduto da Gabrio Renzacci ha alienato altri fabbricati, annessi rurali e appezzamenti di terreno di proprietà dell’Opera Pia.
Le risorse finanziarie recuperate in virtù di una così complessa azione da un lato di valorizzazione del patrimonio rustico, dall’altro di vendita di parte di esso, hanno creato i presupposti per il recente sviluppo della “Bufalini”, alimentandone le scelte coraggiose e innovative. È con il recupero e la ristrutturazione a fini didattici degli stabili di via dei Lanari infatti che i tanti e multiformi corsi di formazione proposti negli ultimi anni hanno potuto avere una sede funzionale e duttile e le necessarie attrezzature.