Meno di tre mesi dopo le amministrative, si torna alle urne per scegliere l’assetto istituzionale del Paese e per eleggere l’assemblea costituente che dovrà redigere la Costituzione.
I tifernati votano nettamente a favore della Repubblica, che prevale sulla Monarchia con maggiore margine nelle campagne che in città.
Il carattere politico delle elezioni per l’assemblea costituente ridisegna i rapporti di forza tra i partiti. Viene ampiamente ridimensionato il Partito Socialista, addirittura superato dai comunisti, in leggera crescita. Cresce anche la Democrazia Cristiana, senza tuttavia togliere spazio ai partiti laici: repubblicani e liberali ottengono infatti un risultato che non riusciranno più a replicare. Si presenta con un 4% il Movimento Sociale Italiano, che raccoglie i consensi dei nostalgici del fascismo, e racimolano un migliaio di voti i nostalgici della monarchia.
In allegato, il riepilogo statistico dei dati elettorali…