Nei primi anni del Novecento Città di Castello ospitava ancora una folta comunità di un centinaio di calzolai. Nel 1902 i lavoranti delle botteghe costituirono una lega di resistenza “onde migliorare le loro tristi condizioni” e raggiunsero “subito ed amichevolmente” un accordo – ma non se ne conoscono i termini – con i loro datori di lavoro. La lega risorse cinque anni dopo, chiedendo nuovi aumenti salariali. Seguì una trattativa sulle “tariffe di cottimo” e i lavoranti finirono con l’accettare le controproposte dei capibottega per aumenti medi di 25 centesimi sulle vecchie tariffe. La lega poi perse di vitalità…