Un radicamento reale nel tessuto economico tifernate lo avevano invece le filande, gli opifici dove si dipanavano i bozzoli dei bachi da seta, con la trasformazione delle fibre tessili in fili e matasse di seta greggia. Le filande sottoponevano a trattura i bozzoli dopo che erano stati essiccati, “crivellati” secondo le dimensioni e selezionati sulla base della qualità. Dapprima li maceravano per ammorbidirli; quindi li “scopinavano” per trovare le estremità delle bave prodotte dai bachi; infine saldavano insieme diverse di queste, torcendole, fino a formare un filo di seta greggia, che veniva avvolto in matasse.
Nel 1809 il maire Machi considerava la “tiratura della seta” una delle principali risorse della città…