Di un tipico fabbro e lattonaio del secolo scorso – Benigno Montani – si ha traccia nei registri di amministrazione della Società Laica del Camposanto. Tra il 1860 e il 1871 produsse bacili di ottone “per accattare”, “padelette” di latta per i candelieri, “cuccume” e “cuccumoni” di latta per fare il caffé, imbuti, una graticcia per il fornello, grappe per chiudere il pozzo. In genere il lattoniere fabbricava lampade – si trova usato anche il termine “lampane”–, lanterne e lucerne, bacini, piatti e altri utensili in latta da cucina. Con cesoie (“forbici”) e martelli, prima ritagliava la lamina di metallo necessaria all’uso, poi la “ripuliva” fino a farle assumere toni argentati, quindi la modellava e ne saldava le parti secondo la forma dell’oggetto.
Fu lattoniere, ma assai eclettico, anche Benedetto Riguccini…