L’articolazione più dinamica del regime continuò ad essere la G.I.L. Durante il conflitto non ebbe soste l’attività ordinaria di educazione e di inquadramento, con adunate ogni sabato nelle sedi dei rispettivi reparti per il programma di istruzione. I ragazzi, oltre a svolgere il consueto addestramento premilitare, furono chiamati il fine settimana a montare la guardia alla Casa del Fascio e ad effettuare servizio di ronda per la città dalle ore 15.30 alle 18.30. Marce tattiche e campi mobili – ve ne fu uno da Città di Castello a Passignano – contribuirono a preparare ulteriormente i giovani alloro destino di soldati. Il comando mobilitò tutti i reparti anche per le numerose campagne di raccolta di rottami e di materiali donati. Le ragazze collaborarono con il Fascio Femminile nell’azione di volontariato in campo assistenziale; inoltre, prospettandosi per esse un futuro di “custodi del focolare famigliare”, dovevano partecipare ai corsi di preparazione domestica, che frequentavano insieme alle Donne Fasciste ed alle Massaie Rurali; i corsi avevano in dotazione cucine elettriche, macchine da cucire ed altre moderne attrezzature. Mantenne inalterato il suo significato rituale e propagandistico alla fine dell’anno scolastica il saggio ginnico di tutti gli organizzati al Campo del Littorio; nel 1941 vi si esibirono oltre 1500 giovani.
I dati dell’inquadramento dei reparti della G.I.L. nel 1941 erano i seguenti (tra parentesi i raffronti numerici rispetto all’anno precedente): Figli e Figlie della Lupa 277 (267), Balilla 527 (760), Avanguardisti 306 (500), Giovani Fascisti 156 (225), Piccole Italiane 60 (572), Giovani Italiane 209 (142), Giovani Fasciste 31 (66). I comandanti militari della G.I.L. erano, nel 1940, il cento Giuseppe Pieroni, il CM Giovan Battista Franchi, ten. Pietro Sorisio, il s.ten. Aldo Martinelli; ufficiali subalterni, Alberto Angeletti, Carlo Bernicchi ed Enzo Ortalli. Alla direzione del saggio ginnico del 1942 furono preposti Luisa Angelini, Ugo Signori e Adamo Cuccarini.
In campo culturale e sportivo la vita associativa della G.I.L. tifernate raggiunse livelli di rimarchevole vivacità. Sorse un coro di 50 ragazzi e ragazze ed una nuova formazione musicale di Avanguardisti e Giovani Fascisti; il gruppo filodrammatico, come del resto il coro, non ebbe rivali a livello provinciale. Furono promossi anche corsi di avviamento alla fotografia.
I Ludi Juveniles della Cultura, dell’Arte, dello Sport e del Lavoro attrassero un numero crescente di concorrenti. Nel 1942 parteciparono ai Ludi della Cultura 103 giovani, quasi il doppio dell’anno precedente, e 17 a quelli dell’arte. Infine fu introdotta una nuova iniziativa a carattere competitivo, gli Incontri Giovanili di Cultura, per “eliminare quanto più possibile la incresciosa ed incompatibile ignoranza di tanti organizzati” e per sostituire con conversazioni brillanti e coinvolgenti la “pessima abitudine” delle conferenze.
Nello sport la G.I.L. tifernate eccelse nella scherma e nel tiro a segno ed ottenne lusinghieri risultati nell’atletica leggera. Esistevano anche squadre di pugilatori, cestisti e ciclisti.
Città di Castello avrebbe dovuto diventare sede di un prestigioso collegio nazionale per la formazione di dirigenti e funzionari amministrativi della G.I.L. A tal fine, nel 1942 il comando generale dell’ente acquistò da Guido Meroni il Collegio-Convitto Serafini ed in pochi mesi, impegnandovi circa 150 operai, fece completare i lavori di ristrutturazione dell’antico convento dello Spirito Santo, erigendo proprio a ridosso delle mura urbiche, demolite per un tratto, una nuova facciata nel tipico stile architettonico classicheggiante del fascismo. Gli ospiti del collegio sfilarono per la prima volta lungo le vie cittadine nel marzo dell’anno successivo.
I frequenti richiami ad uno stile di vita austero, in armonia con la disciplina di guerra, intendevano reprimere le manifestazioni esteriori che rivelavano mancanza di tensione morale ed ideologica e di spirito di solidarietà. Era però largamente sentito il bisogno di iniziative ricreative e di esperienze comunitarie e l’O.N.D. visse durante il conflitto una fase di attività particolarmente intensa. Il nuovo direttorio, presieduto da Piero Busatti, coinvolse personaggi conosciuti e competenti nella gestione dei vari settori di intervento dell’ente: educazione artistica, sport, assistenza sanitaria, assistenza sociale, autarchia, escursionismo e cultura popolare. Dopo una lunga sosta per lavori di sistemazione, riaprì la sede di via Marconi. Ogni giorno, dalle 15 alle 23.30, i tesserati potevano accedervi per ascoltare la radio, leggere i giornali ed i libri della biblioteca interna.
Tra le associazioni dopolavoristiche aziendali, mostrò particolare vitalità quella dei ferrovieri; insieme ai tipografi dettero anche vita ad un gruppo filodrammatico. Il Dopolavoro Comunale concretizzò diverse iniziative proprio in campo teatrale: la “Prima Ora del Dilettante” , una gara canora nella quale i giovani tifernati si cimentarono interpretando le canzonette del tempo, la rivista “Tutto o Niente”, rappresentata al Teatro degli Illuminati, ed un’altra commedia, “Che sarà”, ideata e messa in scena dagli studenti cittadini.