Il torrente Scatorbia offriva occasioni di svago alla numerosa gioventù che popolava il quartiere. Occasioni che andarono però pian piano scemando, perché, per quanto giovani, anche noi ci accorgemmo che lo sviluppo edilizio e l’insensibilità ambientale stavano producendo effetti nefasti.
Già nel 1951 un giornale locale definiva lo Scatorbia un “lurido torrentaccio, sempre più una fogna maleodorante e ripugnante”. Nel 1957 la situazione appariva molto peggiorata; la stampa lamentava che lo Scatorbia fosse diventato ricettacolo di rifiuti e di scarichi, “il più importante collettore di tutte le fogne” della periferia.
Se ne cominciò quindi a chiedere la copertura. Però non si trovarono i soldi per realizzare un’opera così necessaria. Intanto la situazione igienica si aggravava. Tanto per dare una chiara idea delle esasperanti lentezze burocratiche e amministrative, il Comune redasse il progetto per la copertura del torrente nel 1961, le autorità superiori lo approvarono nel 1964 e solo nel 1966 fu finalmente realizzato il primo stralcio, dal ponte del Tre Bis, in viale Liviero, al ponte di via Martiri della Libertà (il cosiddetto “ponte di Scarpone”).
Le fotografie nel sito, se non dell’autore, provengono per lo più dalla Fototeca Tifernate On Line.
Si chiede a quanti attingeranno informazioni e documentazione di citare correttamente la fonte.