La pressione alleata a ovest del Tevere seppe approfittare di una criticità nello schieramento nemico alla quale il comando tedesco non pose rimedio in tempo. La 305a divisione non aveva forze sufficienti per difendere adeguatamente il suo fianco sinistro; la 44a, messa a dura prova nella valle tiberina, non era in grado di estendersi maggiormente sul suo fianco destro. Restava dunque indebolito un tratto di fronte, sull’Appennino umbro-toscano, sul quale si ergeva in posizione dominante Monte Favalto. Quando il feldmaresciallo Kesselring fu informato di tale mancanza di saldatura del fronte, reagì “con sorpresa”. Scrisse il generale Hauck: “Il LI corpo di montagna poteva fare poco, perché impegnato, oltre che nel settore del Tevere, anche sull’Adriatico. Allora il confine tra i corpi fu spostato verso est. Il LXXVI corpo panzer ha dovuto allungare la sua posizione di circa 4 km e la 305a divisione assumere la difesa di Monte Favalto. Ma ormai era troppo tardi per impedirne l’occupazione. L’11 già c’era sulle montagne un nemico potente e pronto al combattimento”.
La 305a divisione riuscì a difendere il monte sul versante occidentale, ma l’attacco anglo-indiano ebbe successo su quello orientale, non adeguatamente difeso dalla 44a divisione, e aprì una breccia nel fronte tedesco. Furono i sikh del 2° battaglione ad effettuare l’incursione decisiva in quel giorno, muovendosi da Monte Civitella verso Poggio dello Spicchio, Poggio del Loco e Monte Pagliaiolo; a sera Monte Favalto era in loro mani. Nei combattimenti a Monte Pagliaiolo, quando la compagnia A dei sikh fu bloccata dalle mitragliatrici tedesche che sparavano dal sottobosco, si distinse il soldato Kartar Singh: “Con un valoroso attacco individuale mise a tacere tre posizioni nemiche, uccidendo cinque tedeschi prima di essere a sua volta abbattuto”. L’atto di valore gli valse la medaglia alla memoria dell’Indian Order of Merit.
A quel punto il comando della 4a divisione indiana fece affluire forze fresche: i gurkha della 5a brigata, che rilevarono i sikh, e il 1° battaglione del Royal Sussex Regiment. Per difendere le roccaforti di Monte Santa Maria Tiberina e Monte Cedrone, i tedeschi dovettero chiamare a sostegno anche il 134° reggimento, che era di riserva.
Per il testo integrale, con le note e i riferimenti iconografici, si veda il mio volume Guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere 1943-1944, Petruzzi Editore, 2016.
Le fotografie nel sito, se non dell’autore, provengono per lo più dalla Fototeca Tifernate On Line.
Si chiede a quanti attingeranno informazioni e documentazione di citare correttamente la fonte.