Pubblicità ed etichette di vinsanto locale.

Produttori di vinsanto

Come per ogni altra tradizione popolare, la documentazione sul vinsanto è assai frammentata e sovente difficile da reperire. Però vi sono importanti e inequivocabili conferme del radicamento del vinsanto nella realtà di Città di Castello e del territorio limitrofo. Questa documentazione prova soprattutto come esso fosse commercializzato, evidentemente sia per la domanda, sia per la buona qualità del prodotto offerto.

La carta intestata dell’Albergo e Trattoria Polenzani di Città di Castello pubblicizza la vendita all’ingrosso e al dettaglio di vinsanto, oltre che di vino bianco e rosso, sin dal 1891.

È comunque con Girolamo Serafini che il vinsanto locale acquisì vasta fama. Il suo Vinsanto Tiferno fu premiato a diverse esposizioni nazionali ed estere. Le carte intestate e gli inserti pubblicitari di Serafini vantano riconoscimenti alle esposizioni di Bruxelles (1909), Londra (1909), Roma (1908), Firenze (1909) e Gubbio (1908). I primi inserti pubblicitari del Vinsanto Tiferno risalgono proprio a quegli anni. Si protrassero nei periodici locali fino a tutti gli anni Venti del ‘900.

Serafini, detto popolarmente Momo, pubblicizzava il suo vinsanto “indigeno” come “specialità per dessert senza rivale”, “raccomandato per malati e convalescenti”, “da non confondersi con altri per il suo invecchiamento, finezza e purezza di gusto”.

Serafini aveva un bar nella centralissima Piazza Vitelli, ora Matteotti. Fungeva anche da rivendita di sali e tabacchi e da drogheria. L’essiccazione dell’uva per il suo vinsanto avveniva all’interno del palazzo del Laboratorio Tela Umbra.

Girolamo Serafini cessò l’attività nel 1937; gli subentrò Eladio Bartoccioni. Due foto illustrano la vetrina del negozio nel 1931, addobbata con uva e bottiglie di vino e vinsanto, e un manifesto pubblicitario del Vinsanto Tiferno a Porta Santa Maria nei primi anni del ‘900.

Tre campioni di etichette prodotte dal litografo Enrico Hartmann e conservate nel suo archivio documentano come, nei primi tre decenni del ‘900, il vinsanto fosse prodotto estesamente nell’Alta Valle del Tevere. Oltre a quello di Serafini, infatti, ne producevano pure l’Albergo Fiorentino di Sansepolcro e i fratelli Mignini nella loro tenuta di Lippiano. Un inserto pubblicitario, risalente al 1908, illustra che vendeva “vinsanto vecchio di ottima qualità” anche Riccardo Reali a Montone.