Tra le luci del 1912 vi fu un evento di grande rilievo: l’inaugurazione della nuova pinacoteca comunale nel Palazzo Vitelli alla Cannoniera, donato alla città dal munifico proprietario, il pittore e antiquario Elia Volpi. Della situazione in cui si trovava il “palazzo della Sora Laura” prima dell’acquisto e del restauro da parte di Volpi, fa fede quanto scrisse “Corriere Tiberino”: “palazzo malandato come un vecchio acciaccoso e decrepito, adibito per somma grazia a magazzino di scorza di cerro e di coccole di ginepro, ove la raffica urla infernale per gl’impostoni sgangherati e per il tetto cadente”.
Il palazzo fu restaurato a spese del Comune, ma anche Volpi, che diresse i lavori, ci mise del suo.
La cerimonia ufficiale ebbe luogo il 29 giugno, con un corteo per le vie cittadine aperto dai pompieri e dai militi della Società di Pubblica Assistenza con le loro bandiere. Suonò la banda di Anghiari e tenne il discorso inaugurale Giovanni Magherini Graziani. Il giorno successivo, in una calorosa cerimonia popolare, 300 operai si riunirono a banchetto per onorare Elia Volpi. Le autorità civili tifernati vollero dare un carattere esclusivamente laico all’evento (“si volle esclusa qualunque persona ecclesiastica”) e non invitarono il vescovo all’inaugurazione. Il periodico cattolico “Voce di Popolo” ne ebbe a male e commentò: “è da notarsi che le opere d’arte della nostra pinacoteca sono tutte di soggetto religioso, ed appartenenti alle nostre chiese, quindi il comitato per non essere partigiano avrebbe dovuto invitare un qualche prete come tale, ed almeno i presidenti delle confraternite della Trinità e di San Giovanni Decollato quali proprietari delle tele di Raffaello”.