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Voglia di sviluppo

 

In campo economico, nel 1912 sorse un moderno stabilimento meccanico a forza elettrica per la lavorazione del legno e iniziò ad operare la Tipografia Vescovile, promossa da mons. Carlo Liviero. Inoltre l’Officina Meccanica “Gualterotti & Malvestiti” e lo Stabilimento Tipografico “Lapi” si trasferirono in nuove sedi dietro la stazione ferroviaria del tempo. La “Lapi” lasciò gli ambienti di Palazzo Vecchio Bufalini (l’attuale Quadrilatero, per intenderci), troppo angusti e scomodi per le decine di lavoratori dell’azienda. Anche per la “Gualterotti & Malvestiti” il trasferimento significò l’avvio di un promettente sviluppo. Nelle adiacenze di quella che è ora Via Lapi, dove già si situavano l’Officina Ferroviaria e la Falegnameria Cristini, sorgeva così la prima zona industriale tifernate.
Inoltre nel 1912 chiudeva il primo anno di attività, con una ventina di addetti, il magazzino della Fattoria Autonoma Tabacchi. In campo tipografico, la Scuola Editrice Cooperativa assumeva la definitiva denominazione di “Leonardo da Vinci”: guidata da don Enrico Giovagnoli, insieme alla “Lapi” e alla cooperativa “Unione Arti Grafiche” avrebbe mantenuto alto il prestigio della piazza tipografica tifernate.
Su un piano meramente artigianale, contribuì all’innovazione anche la concittadina Adalgisa Capalozza, che aprì un ufficio di copisteria a macchina e una scuola di dattilografia in via della Mattonata: fino ad allora bisognava andare fuori città per avere materiale copiato a macchina. Qualche problema si ebbe invece in città per l’impianto di una lavanderia moderna all’ospedale. Nel consiglio di amministrazione della Congregazione di Carità, che amministrava l’ospedale, vi fu chi mosse dei rilievi, dal momento che l’esperimento attuato presso il manicomio (odierno Centro Le Grazie) era stato fallimentare: "Si ebbe un indicibile massacro di biancheria tanto che non ostante le somme importanti spese per l’impianto, si dovette venire nella determinazione di abbandonare la lavanderia moderna e ritornare all’antica": cioè alle lavandaie…