Il Centro di Addestramento Professionale “G. O. Bufalini”, pur sentendo il bisogno di proiettarsi verso il futuro, godeva di buona salute. Nel 1967 la commissione nominata dai ministeri del Lavoro e della Pubblica Istruzione, dai sindacati e dall’Associazione Industriali per esaminare gli allievi dell’ultimo anno aveva espresso “la sua ammirazione per la bontà e l’efficienza dei metodi di insegnamento del Centro e per il notevole livello professionale raggiunto dagli allievi”. Tutti i diplomati di quell’anno trovarono presto occupazione; anzi, alcuni imprenditori fecero presente che ne avrebbero assunti ancora di più, considerata la loro preparazione, qualora ne fossero stati diplomati in maggior numero. In quell’anno la “Bufalini” aveva avuto in totale 218 allievi, 208 dei quali promossi.
Della bontà della preparazione impartita dalla Scuola dettero conferma i brillanti risultati ottenuti dai suoi allievi nelle gare regionali di mestiere. Nel 1960 vinse l’ebanista Sandro Rossi, nel 1963 l’aggiustatore meccanico Loris Rossi, nel 1964 un altro aggiustatore, Cesare Mari. Due anni dopo Leonello Giornelli si laureò addirittura campione nazionale di ebanisteria, acquisendo il diritto di partecipare alle Olimpiadi del Lavoro di Utrecht, in Olanda.
La Scuola ebbe i merito di rifornire con continuità un mercato del lavoro in espansione degli operai specializzati richiesti: tornitori, congegnatori, aggiustatori, forgiatori, saldatori, mobilieri, intagliatori, carpentieri, ferraioli e cementisti. Nonostante che gli allievi del corso per ebanisti avessero come punto di riferimento il ricco e variegato ambiente delle botteghe artigiane addette al restauro e alla produzione di mobili in stile, in tale settore appariva irreversibile il calo degli iscritti. La stessa flessione stavano subendo i corsi per muratori polivalenti, promossi con il concorso finanziario della Scuola Edile di Perugia. Immutato favore riscuotevano i corsi per meccanici: nel 1969-1970 se ne svolsero tre di primo anno con 54 allievi, tre di secondo anno con 55 e un corso di specializzazione per attrezzisti congegnatori con 31. Allora la sovvenzione del Ministero del Lavoro coprì il 95% del totale di L. 40.430.000 spese per la gestione dei corsi.
La Scuola avrebbe avuto bisogno di attingere alla rendita della proprietà agraria per potenziare i laboratori e per far fronte alle spese di refezione scolastica – ancora nel 1968 furono circa 200 allievi che ne usufruirono – e di rimborso delle spese di trasporto per gli studenti più bisognosi. Ma la situazione finanziaria dell’Opera Pia non lo permetteva ancora. Così si tornò a parlare di ripristinare il lavoro di laboratorio per committenti esterni. Questa consuetudine della “Bufalini” era stata sospesa, anche perché, tra gli anni ’50 e ’60 la gestione dei laboratori aveva alternato bilanci con leggeri attivi ad altre nelle quali le spese per forniture materiali e attrezzature erano state superiori agli incassi. L’apertura dei laboratori alle richieste esterne aveva comunque contribuito a tener viva la produzione di manufatti artigianali di pregio, sia in ferro battuto, sia di ebanisteria.