Cena e televisione

 

I nostri adolescenti vedono i genitori abbastanza spesso a pranzo, ma soprattutto a cena. Il problema sta nel fatto che, quando la famiglia finalmente si riunisce, c’è quasi sempre la televisione accesa. Lo ammettono il 78% degli intervistati.
Partiamo da qui, da questo nuovo strano modo di cenare e stare assieme: un raccogliersi intorno a un tavolo e guardarsi di rado negli occhi, perché lo sguardo è rivolto verso la tivu; un parlarsi di tanto in tanto, in modo frammentato, perché l’attenzione è rivolta alla tivu; gli stessi argomenti di conversazione inevitabilmente condizionati da quello che si sente nell’onnipotente tivu.
Per approfondire la cosa, ho delimitato il campo di indagine a una cinquantina di adolescenti di età 14-16 anni. Hanno raccontato che a casa, quando si pranza o si cena, si parla soprattutto – quando si parla – di argomenti suggeriti dai fatti quotidiani proposti dalla tivu. Quali? Per due su tre degli intervistati (per lo più maschi si tratta di maschi), in cima alla classifica stanno i fatti di cronaca. E siccome la cronaca proposta dai notiziari – per questioni di audience o perché per cronaca si intende quasi esclusivamente quella – è cronaca nera, a casa si finisce per parlare sempre di questo tipo di cronaca, sapientemente ammorbidita da qualche tocco di cronaca rosa. Poi viene lo sport. Molto distanziata la politica: ma almeno qualche battuta di scambia su di essa, visto che i telegiornali nella politica ci sguazzano, eccome.
E di questioni famigliari se ne parla a cena? Si, per fortuna; almeno di quelli nell’80% di casi se ne fa menzione: i problemi di lavoro dei genitori, i lavori da fare a casa, i soldi che talvolta mancano, i rapporti con i vicini, le vacanze, i voti presi a scuola dai figli. Normali e tranquille conversazioni sulla quotidianità, frammentate – come detto – da qualche battuta sui fatti di cronaca del giorno; e con l’occhio quasi sempre rivolto al televisore…
Peccato che proprio un argomento sia il meno trattato: il rapporto fra genitori e figli. Si stenterà a crederlo ma solo il 10% dei ragazzi intervistati ha dichiarato che in casa, quando la famiglia si ritrova, si parla di problemi educativi, di rapporti fra le generazioni, di valori su cui fondare lo stare assieme, di rispetto delle regole e via dicendo.
Un solo ragazzo su dieci… Mi sembrava un dato così basso, e sconsolante, che ho riposto la domanda agli studenti: ma siete proprio sicuri di quello che mi dite. Si, erano proprio sicuri…
E allora, a certi genitori distratti, sarà bene ricordare quanto sopra ricordato: che i figli vogliono dialogo, ma anche una guida autorevole. Ho riposto la domanda a questo campione di adolescenti: è giusto che i genitori ti puniscano se sbagli? Ebbene, la risposta è inequivocabile: quasi un 90% di si.
Ma intanto sarebbe più opportuno “punire” quei genitori che guardano la tv quando si avrebbe l’opportunità di informarsi su cosa i fanno i figli, cosa gli passa per la testa, come passano il tempo, con chi stanno.
Del resto sono loro che non fanno mancare nulla all’adorata prole. Di premi, statene certi, gliene danno tanti. Così tanti da pensare che, per meritarli, la gioventù sia di incomparabili virtù. Come spiegare che, nel campione di ragazzi considerato (di ceto medio-basso, si noti!), il 98% hanno il computer, il 96% il telefonino, l’86% la playstation, il 75% il motorino e (solo!) il 50% l’i-pod!
Quante lamentele si sentono: “la gioventù di oggi ha tutto”, “non ha più il senso del sacrificio”, “non è più abituata a guadagnarsi con la fatica le cose che ha”. Tutto vero. Ma chi ce l’ha abituati così? E chi ce li sta ancora abituando?
Un solo invito a quelle famiglie che problemi del genere ce l’hanno in casa. Spegnete la tivu e parlatene con i vostri figli. Vi stanno aspettando.