Lo studio statistico sull’economia umbra pubblicato nel 1910 da Fernando Mancini permette di delineare un nuovo quadro del settore. Segnalò due fornaci da calce, quella di Luigi Massetti, con 12 operai, e la Società Fornaci Tifernati, con 8. Ma riteneva che ne esistessero altre minori. Poi descrisse una nuova importante realtà, sorta nel 1908: la Fornaci Sociali Tifernate a sistema Hoffmann di proprietà di Ercole Castori, Donino Pierleoni e Giovan Battista Santinelli e diretta da Romeo Leoncini.
La fabbrica, a fuoco continuo, disponeva di moderno macchinario, tra cui un motore a gas Crossley della forza di 50 cavalli, e dava lavoro a 40 uomini e 2 donne, per 9 ore giornaliere d’inverno e 10 d’estate. Produceva laterizi a mano e a macchina, smerciati soprattutto localmente, e utilizzava come materia prima terra argillosa calcare che “per uno strato di parecchi metri” si trovava nei pressi della fornace. Per la cottura dei materiali adoperava lignite, carbone e legna. I salari variavano da L. 1 a L. 2,50 al giorno. L’azienda fu premiata con una medaglia d’oro a Londra nel 1909; ricevette altri riconoscimenti a Parigi l’anno dopo. L’importante fornace, la prima a carattere industriale in città, si estendeva poco fuori le mura, nei pressi del torrione settentrionale di San Giacomo. Forse occupò l’area dove si ergevano la “Cesarotti” e, ancor prima, la “Serafini”.
Lo studio di Mancini non censì tutte le realtà produttive: “Le fornaci per la cottura del materiale di costruzione sono numerosissime, sparse nelle campagne, molte delle quali agiscono nei soli mesi estivi e danno una produzione comune per uso del luogo. La maggior parte sono a sistema antico a ‘pignone’: poche a sistema Hoffmann […]”. Sulla base della documentazione reperita, si può affermare che, oltre alle tre fornaci principali citate da Mancini, fossero allora attive quanto meno la “Martucci”, la “Mariottini” a San Secondo, la “Busatti” a Lerchi, la “Pierini” a Santa Lucia e la “Pei” a Piosina. Alla metà degli anni ’20 le uniche due fornaci di laterizi iscritte nel registro delle ditte della Camera di Commercio erano la “Hoffmann” di Città di Castello e la “Massetti” di Riosecco.
Gli estratti dal volume Artigianato e industria a Città di Castello tra ‘800 e ‘900 mancano delle note
Le fotografie nel sito, se non dell’autore, provengono per lo più dalla Fototeca Tifernate On Line.
Si chiede a quanti attingeranno informazioni e documentazione di citare correttamente la fonte.