Nel 1900 si intensificò la sua vita pubblica. Divenne assessore alla pubblica istruzione nella giunta del sindaco Filippo Gavasei; proprio in virtù dell’azione amministrativa di Patrizi, lodata anche dall’opposizione socialista, Città di Castello ottenne nel 1903 la regificazione delle sue scuole. Inoltre il Comune lo delegò nel consorzio intercomunale promotore della Ferrovia Centrale Umbra, dove il marchese non mancò di sollecitare l’attuazione di un progetto essenziale per ridurre l’emarginazione dell’Alta Valle del Tevere. Lo fece anche nella veste di consigliere provinciale, carica che ricoprì dall’ultimo scorcio dell’‘800 fino al 1908.
Risale al 1900, inoltre, l’iniziativa di Patrizi per aprire a Città di Castello del Pellagrosario Umbro. Inaugurato nel 1901, questo istituto all’avanguardia nella cura di una malattia endemica nella valle avrebbe avuto a lungo in Patrizi il presidente del consiglio di amministrazione.
Attivissimo tra i proprietari terrieri, Patrizi fu chiamato alla presidenza della loro associazione, il Comizio Agrario dell’Alta Valle del Tevere, assumendo posizioni innovatrici: auspicò il superamento della contrapposizione di classe e introdusse migliorie per i contadini. In un epoca di forti conflitti, favorì l’adozione di un nuovo e più avanzato patto colonico, accettato ancora da pochi proprietari terrieri.