Con il Partito Popolare
Alla fine del 1918 don Luigi Sturzo e altri dirigenti cattolici gettarono le basi del Partito Popolare Italiano. La loro aspirazione trovò immediata rispondenza a Città di Castello. "Voce di Popolo" dette risalto all'appello per la sua costituzione: "Ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, ispirandoci ai saldi principi del cristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice...
Nel giugno 1919 prese forma anche il sindacato cattolico, con la costituzione dell'Unione del Lavoro. I promotori dichiararono di ispirarsi all'enciclica di Leone XIII "Rerum Novarum", definita "magna charta della Democrazia Cristiana", e si proposero come punto di riferimento "di quanti nel principio cristiano vedono possibile ogni audace riforma". Era questa l'organizzazione nella quale Giovagnoli chiamava Gabriotti...
Nel gennaio del 1920 Gabriotti fu riconfermato alla presidenza dell'U.S. Tiferno. Si trattava solo di un incarico onorifico, poiché altri organizzavano le manifestazioni sportive; però lui serviva a dare prestigio all'associazione e a garantirle i necessari appoggi. All'inizio del mese successivo fu eletto vicepresidente della sezione dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, diventando così il più stretto collaboratore...
Il nuovo incarico professionale non impedì a Gabriotti di tener fede agli impegni di carattere politico e sindacale. L'Unione del Lavoro, che presiedeva, dette prova di particolare dinamismo, organizzando soprattutto i lavoratori delle campagne. Il sindacato cattolico invitò i mezzadri ad esigere la chiusura annuale dei conti colonici e a farsi assistere dall'Unione nella denuncia dei proprietari inadempienti e nell'opposizione agli...
Gli attivisti cattolici dibatterono i temi del congresso nazionale del partito popolare. Il vescovo Liviero dedicò una nuova lettera pastorale all'impegno sociale dei credenti. La sintesi che ne fece "Voce di Popolo" contenne un severo ammonimento a non cedere a tentazioni estremiste: "Molti hanno creduto di provvedere a se stessi imbrancandosi nelle file rivoluzionarie, non volendo persuadersi di aver rinnegato con tale atto...
Il Primo Maggio del 1920 si avvicinò a Città di Castello in un clima di crescente tensione. Una popolazione esasperata da problemi di pura e semplice sopravvivenza era indotta a vivere la dialettica politica come uno scontro forse decisivo tra il bene e il male. Affiorarono sintomi evidenti di nervosismo. I socialisti più volte sfidarono i cattolici a un pubblico contraddittorio. Non riuscendo nello scopo, ironizzarono sulla...
Pochi giorni dopo l'aggressione, Gabriotti prese parte al convegno provinciale del P.P.I. di Spoleto dedicato all'elaborazione del programma per le imminenti elezioni amministrative. Presentò l'ordine del giorno votato dalla sezione tifernate e raccolse su di esso il consenso dell'assemblea.
Intanto l'Unione del Lavoro intensificava gli sforzi per organizzare i settori del mondo rurale ancora sfuggiti all'egemonia politica e sindacale socialista....
Con la costituzione formale della Camera del Lavoro, a maggio, e l'elezione di Aspromonte Bucchi alla segreteria, il movimento dei lavoratori si sentì abbastanza forte da poter affrontare la prove più dure. L'incombente rinnovo del patto colonico provinciale rappresentava un banco di prova dall'indubbio significato politico, oltre che sindacale. L'agitazione mezzadrile prese l'avvio a giugno. Per quanto l'agitazione riguardasse...
Mentre incombevano le elezioni amministrative di ottobre. Gabriotti coordinò i convegni mandamentali del P.P.I. di Gubbio, Umbertide e Montefalco. La scelta del rifiuto di ogni alleanza, sostenuta dalla direzione nazionale, scontentò anche a Città di Castello la destra del partito, propensa a confermare l'esperienza dei blocchi unitari con i liberali.
Sull'altro versante, i socialisti ricorsero a proclami rivoluzionari: "Faremo...
Dopo le elezioni amministrative, i cattolici furono assorbiti dai lavori del I Congresso umbro del P.P.I., svoltosi ad Assisi alla presenza del segretario nazionale don Luigi Sturzo. I tifernati ebbero un ruolo di rilievo; sulla spinosa questione agraria, infatti, il congresso approvò all'unanimità l'ordine del giorno della sezione di Città di Castello, illustrato da Giovagnoli. Vi si proponeva un graduale e diversificato passaggio...
Fino al marzo 1921 i fascisti altotiberini non uscirono allo scoperto. Il terreno era comunque fecondo per un vasto ed efficace movimento di reazione: gli ambienti più conservatori del mondo agrario attendevano l'occasione propizia per recuperare i privilegi economici e politici perduti in seguito alle agitazioni contadine; la piccola borghesia e il ceto medio vivevano i successi elettorali socialisti e la crescente conflittualità sindacale...